La convinzione ancora diffusa che tutto ciò che si trova nella rete sia di libero utilizzo, trova nella indiscriminata appropriazione di testi, immagini e fotografie per le pratiche più svariate uno dei più palesi casi di contraffazione della legge che tutela il diritto d’autore.
Ci pare opportuno fare chiarezza su alcuni aspetti di tali violazioni anche alla luce della recentissima direttiva della Commissione UE (0593/2016) diventata legge il 15 Aprile 2019 per coloro che non sempre riescono a percepire il fondamento della violazione.
Alla base delle norme sul diritto d’autore, ogni qual volta nasce un’opera di qualsiasi tipo l’autore ne diventa titolare così come dei diritti che scaturiscono dalla paternità della stessa. La legge sul diritto d’autore – che per quanto concerne l’Italia risale ahimè al 1941 (legge 22/04/1941 n° 633) consente agli autori di sfruttare l’opera a fini commerciali e di riceverne i relativi compensi. L’autore/detentore dei diritti può a sua volta concedere in licenza la diffusione, rappresentazione o utilizzazione anche in altre forme dell’opera stessa.
Le fotografie non fanno eccezione specie quando le stesse, scaricate on line, vengono utilizzate in siti internet finalizzati alla gestione commerciale della propria attività.
Tale principio di base ha acceso un dibattito anche serrato tra favorevoli e contrari. La modifica della norma sul diritto d'autore nasce con l'obiettivo dichiarato di mettere mano alle regole per proteggere quei soggetti le cui opere dell’ingegno sono state sinora oggetto d’uso indiscriminato da parte dei potentissimi stakeholders del web come ad esempio Google, che da sempre ha pubblicato stralci di notizie sui suoi aggregatori senza versare un centesimo a chi realizza i contenuti. A livello generale, il testo prevede la responsabilità delle piattaforme digitali per la pubblicazione di contenuti protetti da copyright, e questa è una novità assoluta: finora infatti le piattaforme non avevano questo tipo di responsabilità. Rimangono escluse diverse categorie di contenuti, dalle enciclopedie online come Wikipedia ai meme, dagli studi accademici pubblicamente consultabili alle gif, dalle recensioni alla satira.
È poi previsto il principio per cui i titolari del diritto d’autore debbano essere remunerati dalle piattaforme per lo sfruttamento delle loro opere. Anche in questo caso si tratta di una novità assoluta. Si potrà comunque ancora condividere articoli e testi come link, accompagnati da poche righe, anche di citazione. I dettagli su quanto possa essere ampia questa citazione dovranno essere stabiliti dalle singole normative nazionali di recepimento della direttiva.
Attraverso l’approvazione delle nuove regole quindi le grandi piattaforme on line dovranno firmare specifici accordi di licenza con artisti, autori, editori e giornalisti per utilizzare i loro contributi sul web. Ma non basta: YouTube, Instagram e altri social media di condivisione avranno l'onere di installare filtri per impedire agli utenti di caricare materiali protetti dal copyright.
Se tali accordi non andranno a buon fine, le piattaforme saranno responsabili per le eventuali diffusioni di contenuti protetti dal copyright. Sono previste alcune circostanze attenuanti, ad es. aver fatto il possibile per ottenere l’autorizzazione o aver agito rapidamente per rimuovere contenuti pubblicati in violazione del copyright.
La cooperazione tra titolari del copyright e piattaforme non deve in ogni caso risultare nella limitazione della circolazione di contenuti non protetti dal diritto d’autore. In particolare, non dovranno essere bloccati citazioni, critiche, recensioni, caricature, satire e parodie degli utenti su contenuti coperti da copyright. In questo senso, è difficile parlare di “censura” in senso stretto.
Con questa norma, la tutela del diritto d’autore viene nella opinione dei più finalmente rafforzata ponendo fine ad una propagazione indiscriminata e senza regole di contenuti che ha consentito sì l’aumento dell’informazione e della diffusione delle idee, ma anche di creare danni tra chi crea cultura e informazione e chi la diffonde e ahimè distorce a fini economici.
L’uso/abuso di contenuti nella rete non è affatto neutro come si è fino ad oggi creduto. I comportamenti degli utenti on line avranno inevitabilmente risvolti legali di un certo peso d’ora in avanti con le conseguenze, anche molto spiacevoli, che ne deriveranno.